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THE CAPITALIST KIDS

by wp_13480744

Non avevo mai sentito con attenzione i Capitalist Kidsfinchè non ho ascoltato in streaming il recente “At a loss”; bhè dopo i primi tre pezzi ho deciso immediatamente di accaparrarmi l’LP uscito quest’anno per l’ottima etichetta californiana It’s Alive in cordata con Toxic Pop e Rad Girlfriend .

Uno dei motivi per cui ero così ignorante su questa band di Austin, città dove, come nella Bassa Friulana, a dire loro, nessuno ama il pop-punk (“No one in this town likes pop/punk, cool kids like their garage punk”), è che le loro recensioni in varie web-‘zine italiane non erano poi così esaltanti, definendoli una buona band ma a cui manca qualcosa.

Con alcuni pregiudizi quindi mi ero messo all’ascolto di “At a loss” e come detto appena fatto girare sul piatto e sentiti i primi tre pezzi la sensazione è stata “Che bomba!”. Con stupore quindi ho deciso di ordinare LP e fare una ricerca su siti esteri per leggermi qualche recensione del disco e consultare pareri diversi. Sui blog Usa in particolare ho trovato ottimi apprezzamenti per questo album, http://www.fortheloveofpunk.com ad esempio ha scritto “When I gave a first listen to The Capitalist Kids newest LP titled At A Loss, I had one of those rare, wonderful “this is it” moments. His fourteen track album includes everything that I could hope for in a solid pop punk record”. Concordo.

L’impatto iniziale è folgorante, “not ’95” è una bomba con un testo fantastico che ironicamente ricorda “It’s 2013, not 1995, what’s the point in keeping pop-punk alive?”, la successiva “Infinite growth on a finite planet” ha quel ritornello che non riesci a toglierti dalla testa (Mr.T Experience?!), segue “Beginner’s finish” che per quelle melodie a velocità spropositata la riascolteresti migliaia di volte (mi ricorda i miei adorati Sicko), e poi si fa poker con “Closer to you” che è la classica pop-punk love song (Queers?!).

I Capitalist Kids possono essere agevolmente definiti una band influenzata dal punk rock anni ’90 che gravitava attorno alla Lookout records; Duff, Jeff, Rawn e Braden si sono conosciuti e sono cresciuti ascoltando gli Screeching Weasel, i Mr.T Experience, i Queers e i Green Day. Quel modo di fare musica e quel tipo di suono che ha contagiato molti di noi esce da ogni solco e dogni immagine di “At a loss” con l’aggiunta di un’ottima produzione. A differenza del 90% delle altre band del genere inoltre i 4 Texani inseriscono alcune liriche con temi politici e sociali, il tutto sempre su melodie veloci e orecchiabili. Nell’ultima parte del disco alcuni pezzi leggermente più anonimi forse fanno perdere un po’ di brillantezza a questo album che comunque si ascolta tutto d’un fiato. 

“At a loss” in realtà è il terzo album del gruppo di Austin che è già attivo quanto pare a dal 2010 con il debutto “Too big to fail” e che è anche passato in Italia in un recente tour europeo con i DeeCracks.

Che dire di più?! This is “Power-fightin’ power-pop”, parola di Joe Briggs (conoscete?!).

https://capitalistkids.bandcamp.com/

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