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Nicola, dietro le quinte del Punk rock raduno

by PE1994

Molti non se ne accorgono ma i piccoli festival musicali sopravvivono grazie ai tanti appassionati che dedicano il loro tempo libero a dare supporto in vario modo. Per dare giusto merito a queste persone ho deciso di intervistare Nicola Rota, volontario del Punk rock Raduno. Ho conosciuto Nicola casualmente al Second Worst Raduno chiedendo un passaggio in auto, si è subito mobilitato per aiutarmi anche se in cambio ho dovuto fare i lavori forzati agli ordini di Luca Pulce Badman (si scherza, ovvio). Parlando con Nicola è emersa ancora una volta la grande passione con cui tante persone si impegnano per la riuscita dell’evento.

Ciao Nicola grazie per la disponibilità! Come e perché hai deciso di supportare il Punk rock raduno e quale è il tuo ruolo?

Innanzitutto grazie mille Ale per lo spazio e per l’interesse. Posso dire che io e il Punk rock raduno ci siamo sempre attratti. All’inizio sono venuto a sapere di questo “piccolo” festival punk che si svolgeva a meno di mezz’ora da casa mia e mi sembrava una cosa talmente assurda da essere vera. Le prime quattro edizioni le ho frequentate da spettatore, sempre con una carica assurda nel vedere arricchirsi anno dopo anno questo fantastico festival. Ora riderai ma riuscivo a malapena a passare ad un’unica serata ogni anno, perché al tempo facevo il cuoco e la mattina alle 8, cascasse il mondo, indossavo la mia giacca e attaccavo a preparare la linea per un nuovo servizio. Un mio caro amico una volta mi ha scherzosamente definito un “Peter Parker di BG” per il tipo di vita che conducevo: la mattina impeccabile, la sera uno scalmanato sopra e sotto i palchi. Il mio primo approccio come semplice volontario risale nella primavera del 2020, quando ho inviato un’email a Luca (Badman rec., Striped music) chiedendo se occorresse una mano per la prima edizione del Worst raduno. In piena pandemia vedevo tutte le varie realtà della mia città che ammiro in enorme difficoltà e credevo che potesse essere una bella esperienza buttarsi in qualcosa di nuovo e in quel periodo sono arrivato ad un punto cieco con me stesso. Ho deciso di ascoltare il Nicola che ha sempre voluto rendere la musica sempre più rilevante nella sua vita. Una passione che spesso ho dovuto soffocare per vari motivi, lavoro incluso, ma che ora spero di non trattenere più. Dall’anno prossimo si vocifera che mi occuperò della gestione delle band in ostello, ma è ancora tutto da definire visto che quando l’ho saputo Luca era abbastanza sbronzo ahah.

A mio avviso una delle peculiarità del Punk rock raduno è il clima di comunità che si respira, non si tratta quindi solo di assistere ad uno spettacolo ma di condividere con altre persone valori sociali e culturali in un contesto più simile ad una sagra di paese che un concerto; questo porta tante persone a voler tornare e tante a voler dare una mano, ritieni anche tu che questa sia una delle chiavi del successo di questo festival? E quali sono gli altri punti di forza secondo te?

Sicuramente lo è! Il PRR ha sempre avuto questo fascino che è riuscito a conquistare anche chi il punk rock non lo mastica proprio. Ritengo che il senso di unità, il rispettoso comportamento del nostro pubblico, l’inclusività, un’ apprezzatissima selezione artistica e l’enorme fiducia degli appassionati come me e te, siano i principali fattori che hanno reso questo festival ciò che è oggi. Personalmente ho sempre ritenuto come un gran punto di forza la location, Edoné. Uno spazio incredibile impreziosito da uno staff giovane contraddistinto da una carica invidiabile. Lo frequento anche in inverno e ti assicuro che l’entusiasmo non cala mai. Poi da quel che so, i ragazzi di Edoné attendono molto il Raduno, perchè è il momento della stagione che più preferiscono, e sempre tornando al discorso di prima: anche se non si ama il punk, si ama il Punk rock raduno. Secondo punto a mio parere ammirevole, è la voglia di condividere questi giorni di festa con le altre bellissime realtà di Bergamo che meritano tanto quanto il Raduno stesso (Ink club, Bikefellas, Bombonera ecc.). Rendere questo festival un evento itinerante è qualcosa di stupendo secondo me, che mi arricchisce ogni volta (ti ricordi come ci siamo conosciuti? Ecco, intendo proprio questo) e che mi trasmette un sacco di stimoli per quel che riguarda la mia idea di musica. Infatti cercherò di trarne ispirazione per quel che (spero) un giorno diventerà il mio progetto.

Mi pare di intuire quindi che il festival sia stato per te fonte di ispirazione e di stimolo per creare qualcosa di tuo, secondo l’etica del Do it yourself che è uno dei pilastri del punk rock. A questo punto allora ci puoi svelare qualcosa sul tuo progetto Never cursed?

L’idea di Never Cursed mi frullava in testa già da un paio di anni, ma ha visto la luce solo a marzo di quest’anno. E’ un progetto a cui tengo molto perché è una sorta di rinascita per me. Unire i legami che sto instaurando in questi anni alla voglia di vivere la musica con tutte le sue più interessanti sfaccettature, è un’idea che mi appassiona molto e che mi auguro di estendere al massimo del suo potenziale. Già da un paio di anni stavo provando ad organizzare serate in provincia di Bergamo e non. Nel periodo in cui mi sono convinto a portare avanti con costanza questo genere di iniziative e quando finalmente ho iniziato a programmare un pò di eventi, è arrivato il Covid. Ho passato gran parte del primo lockdown, innanzitutto con il terrore che potesse accadere qualcosa di brutto a me, alla mia famiglia o ai miei amici, ma nelle interminabili serate passate rinchiuso in casa, nei mille pensieri del periodo, riflettevo su questo mio sogno e sul fatto che forse era destino che non si realizzasse mai. Il tempo ha fatto il suo corso, la pandemia anche e dopo due lunghissimi anni finalmente sono tornati i concerti con le situazioni che tanto amavamo (Raduno compreso). Alla fine ho preso coraggio e ho dato un nome a questa mia pazzia: Never Cursed. Il progetto è appena sbocciato. Ho tanto da imparare e piano piano mi sto creando le occasioni per dimostrare quanto può valere. Al momento abbiamo realizzato due serate in collaborazione con Musicattiva, un’ associazione costituita da ragazzi con un entusiasmo unico. Parlo al plurale perché Never Cursed non sono e non sarà mai solamente il sottoscritto. Senza questi spazi e le fiducia che ripongono in me, senza il mio amico grafico Manuel che da vita alle mie idee più contorte, senza il supporto di amici e conoscenti vari, non esisterebbe questo sogno che grazie a loro è sempre più realtà. Ti starai chiedendo del suo significato vero? Per ora mi limito a consigliarti la visione de “Il filo nascosto” di Paul Thomas Anderson. Ne varrà la pena, come sempre!

Hai già organizzato qualcosa con il nome Never Cursed, ci racconti com’è andata e cos’hai in cantiere per il futuro?

I primi due eventi hanno visto come protagonisti Scheletri/Jackie Brown (emocore punk rock night) e Caso/Daniele Ridolfi (acoustic night). Due serate, due generi diversi. Il mio obiettivo con Never Cursed sarà proprio questo, ovvero proporre serate che navigheranno tra varie contaminazioni musicali ma con l’interminabile amore per i generi che ci hanno formato: il metal, il punk rock e l’hardcore. Al momento stiamo già lavorando su alcuni eventi della prossima stagione e con il tempo ci impegneremo al massimo per riuscire ad ottenere fiducia e credibilità anche da parte di altri locali/circoli di Bergamo e non. E chi lo sa…magari un giorno un festival che porterà il nostro nome.

Lo spirito di mettersi in gioco in prima persona, di trasformare le proprie idee e i propri sogni in progetti concreti, trasmettere i propri valori fregandosene della reale sostenibilità o della moda è uno dei pilastri del punk rock e dell’hardcore. Spesso ciò si scontra con la dura realtà di un pubblico comunque di nicchia e dei conti da dover far quadrare, molte band o realtà indipendenti collassano. Il Punk rock raduno sembra esser riuscito a trovare un’equilibrio che ogni anno si rinnova con proposte nuove e simboliche (ad esempio il lancio in orbita del primo disco dei Ramones), quali credi siano le scelte vincenti di questa nuova edizione?

Per quel che riguarda le scelte innovative per il Raduno 5, stai tranquillo che anche quest’anno vi faremo venire la bavetta! Come ho detto prima, sono aumentate le collaborazioni con altre interessanti realtà del territorio allargando a sua volta la mappa degli eventi in città. Poi sicuramente c’è il fattore merch/special releases che ad ogni edizione aumenta l’attesa del nostro pubblico. Quest’anno avremo in esclusiva per Council-pop records “God save The Queers”, un tribute album della band di Joe Queer con 23 brani reinterpretati dalle migliori band punk rock band in circolazione. Ci saranno le ultime uscite della collana “Live at Punk rock raduno” con i Giuda e i Mugwumps, e grazie a Striped Music invece avremo il nuovo attesissimo album dei Screeching Weasel ed il nuovo ep dei The Slurmies. Altra preziosissima novità di questa quinta edizione è la collaborazione con le Punkadeka girls con la figata di “Do it your poster” dove potrete dare sfogo al Monet che c’è in voi e magari finire nel loro terzo e ultimo magazine che racconta ciò che è accaduto nel panorama punk rock durante i due anni di pandemia. Ultimo ma non ultimo, occhi aperti per lo show speciale di venerdì della Stardumb All star band. E le sorprese non sono finite qui.

Tenete d’occhio gli spazio Fb di Punk rock Raduno e Never cursed per tutte le novità sul festival di Bergamo e sulle future proposte del nuovo progetto di Nicola!

See ya in the pit Nicola!

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