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Intervista del 1996 ai Mr.T Experience, di Marco Cicchella

by PE1994

Marco Cicchella 2021. Una breve contestualizzazione sull’intervista che segue. Correva l’anno 1996 e la versione del punk degli anni ’90 aveva preso possesso delle classifiche e insieme al grunge di inizio decade aveva definitivamente portato overground l’underground. La scena “indie” americana stava per subire l’ennesima pesca a strascico delle major e tra coloro che nuotavano in questo mare c’erano anche i Mr T Experience. Nella primavera del 1996 avevano aperto le date dei Green Day in Europa (che nel loro precedente tour europeo avevano invece arruolato come supporto i Riverdales) e in autunno erano tornati in tour, questa volta da soli, per promuovere Love is dead primo disco del loro periodo più prolifico – 4 dischi in 4 anni. Il gruppo si era ridotto a un trio dopo vari abbandoni tra cui anche quello di Jon Von, membro fondatore e autore di almeno di un paio di pezzi a disco, che era confluito nei Rip-Offs. Nell’ottobre di quell’anno organizzammo il concerto dei Mr. T al Pegaso di Torre del Greco, suonai come gruppo spalla con i Real Swinger e feci quest’intervista con Dr. Frank che ora dopo più di 20 anni viene pubblicata per la prima volta. Buona Lettura!

Marco Cicchella 1996. Per quanto non abbiano avuto molta attenzione da parte del pubblico italiano che li ha visti come supporto dei Green Day nell’aprile del 1996 è innegabile che The Mr. T Experience abbiano avuto comunque un gran ritorno di popolarità per il solo fatto di essere stati accostati ad un nome cosi famoso. Gran parte del pubblico presente alla data di Torre del Greco (Na) a cui ho assistito, era ferratissima sull’ultimo disco ma ignorava la quasi totalità del vecchio repertorio.

The Mr. T Experience si sono ormai stabilizzati in una formazione a tre dopo che la defezione di Jon Von prima e quella di Aaron poi ne aveva messo in crisi l’esistenza, e cosi sarebbero andate le cose se durante una serata al Gilman non si  fosse avvicinato a Dr. Frank l’imberbe Joel che nel sentirsi rispondere che la band era in un momentanea situazione di stallo per mancanza di un bassista, non ha esitato due volte ad offrirsi per il posto vacante. E’ cosi ripresa l’attività del gruppo che ha ritmi di lavoro elevatissimi passando in giro per il mondo la maggior parte del tempo. L’andare continuamente in tour sembra essere l’unica possibilità di guadagno per gruppi di questa caratura che a meno di sconvolgimenti imprevedibili, quando il trend del punk rock sarà sostituito dall’ultima tendenza torneranno nel limbo da quale provenivano.

I Mr. T sono stati di una disponibilità massima con tutti prima, durante e dopo il concerto. Hanno lasciato che il gruppo spalla usasse la loro batteria per non appesantire l’angusto palco con due kits completi (in merito alla batteria un ringraziamento personale a Tommaso dei 77 Spreads), hanno suonato per circa 70 minuti pescando canzoni da tutti i loro dischi. Questo è il resoconto di due conversazioni (le uniche registrate) con Dr Frank (voce e chitarra) e Jym (batteria).

Marco: Come è andata la tournée con i Green Day, considerato che suonavate come gruppo spalla per un pubblico che fondamentalmente non era li per voi?

Dr Frank: Non è stato brutto anzi è stato divertente fare quei concerti, ma sul lungo periodo, non credo mi piacerebbe ripetere una simile esperienza, tutto il contorno, il prima e il dopo i concerti non è stato sempre bello, è stato molto diverso dai tour che facciamo solitamente: tutto era organizzato, complicato, sembrava più di essere nell’esercito che in un punk-rock tour. Inoltre è stato cancellato dopo due sole settimane.

Dr.Frank risponde alle domande di Marco

Marco: I Green Day hanno continuato da soli?

Dr Frank:No tutta la tournée è stata cancellata, dopo le date italiane abbiamo fatto un altro concerto ed è finito tutto.

Marco: Chi ha deciso di interrompere la tournée?

Dr Frank: I Green Day hanno deciso di tornarsene a casa, noi abbiamo perso parecchi soldi.

Marco: Davvero?

Dr Frank: Si è molto costoso fare tour di quel tipo e noi non siamo stati pagati molto.

Marco: In America suonate sempre come headliners?

Dr Frank:Di solito andiamo sempre in tour con altri gruppi, suoniamo spesso insieme ai Queers e poi ci sono gruppi locali che aprono le serate, ultimamente abbiamo fatto un tour con i Dickies. Comunque preferiamo girare da soli perché cosi sai che devi contare solo su te stesso e il tour non finisce poi per essere influenzato da un altro gruppo e se le cose non vanno bene puoi sempre decidere di interrompere la tournée.

Marco: Pensi che adesso il gruppo riceva più attenzione, in quanto punk-rock band? Pensi  sia più facile proporre la vostra musica ora?

Dr Frank: E’ anche vero quello che dici, ma tutto avviene in misura molto limitata, non tanto quanto tu possa pensare. Siamo comunque toccati molto marginalmente dal successo di Rancid e Green Day, ora il nostro pubblico è aumentato ai concerti ma non c’è voluto molto perché prima ai nostri concerti non veniva nessuno! La gente ha iniziato a scoprire questa musica con Rancid  e Green Day e alcuni di loro si interessano cosi anche a noi, non in un numero molto elevato ma comunque aiuta. Ad un sacco di concerti in Europa, specialmente in Italia, ci sono persone che ci hanno visto con i Green Day e ora vengono a rivederci e prima non ci conoscevano. Se avessimo fatto un tour molto lungo con loro avremmo avuto un sacco di convertiti in più, ma io preferisco fare tournée underground come questa e girare da soli.

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Marco: Come mai avete continuato a fare cosi tante tournée negli Stati Uniti se nessuno veniva?

Dr Frank: Infatti per un sacco di tempo non abbiamo suonato. Gli ultimi grandi tour che abbiamo fatto nel 1988/1989 andarono cosi orribilmente che decidemmo di non andare più in tour. Quello successivo lo abbiamo fatto in Europa nel 1992, volevamo farne un anche in America ma il nostro batterista dell’epoca ci lascio proprio prima di iniziare per cui fummo costretti a cancellarlo. Solo con la nuova line up abbiamo ripreso a girare, non siamo molto diligenti non organizziamo molto le cose, tutto nasce molto casualmente, succede anche con i dischi non sappiamo mai come e quando farli e soprattutto quanto spenderci perché non abbiamo tanti soldi.

Marco: Sei ancora in contatto con gli ex del gruppo?

Dr Frank: Non tanto semplicemente perché gli ultimi anni sono stato quasi sempre in giro. Quando sono a San Francisco li vedo ogni tanto.

Marco: Ci sono stati screzi o volevano solo fare cose diverse?

Dr Frank: C’è stato un po’ di attrito tra me e Jon Von per un po’ di tempo ma è acqua passata.

Marco: Ti piace il disco dei Rip-offs?

Dr Frank: Si e particolarmente qualsiasi cosa Jon Von canta in quel disco, penso che le sue canzoni siano le migliori, quei dischi sono molto grezzi e difficile sentirli dall’inizio alla fine i 7” sono grandi ma ho delle difficoltà a sentire il LP tutto in una volta.

Marco: Il nuovo gruppo di Shane White è ancora più grezzo!

Dr Frank: Non l’ho sentito ma non mi sorprende perché lui è davvero un tipo rozzo.

Marco:Hai letto la recensione su MRR in cui distruggeva il disco dei Boris The Sprinkler?

Dr Frank: Si, non è proprio una persona simpatica.

Marco:Davvero?

Dr Frank: Si non dovrei dirlo ma è l’impressione che mi dà.

Marco: Ti ricordi qualcosa dell’intervista con la televisione italiana che avete fatto a Roma?

Dr Frank: Assolutamente niente, mi ricordo che eravamo seduti per terra, probabilmente volevano intervistare i Green Day ma non ci sono riusciti e hanno ripiegato su di noi. 

Review di Love is Dead su Rumore febbraio 1996, di Luca Collepiccolo

Marco: Qual’è il primo disco che ti ricordi di aver comprato?

Dr Frank: Saturday night dei Bay City Rollers, mi piace ancora quella canzone.

Marco: Secondo quale criterio scegli le cover? le scegliete insieme?

Dr Frank: Scegliamo quelle che ci sembrano belle canzoni, che la gente da noi non si aspetterebbe, specialmente quelle cantate da ragazze, che automaticamente cambiano quando è un ragazzo a cantarle. Non ci piace quando le cover diventano solo parodie, é bello se sono divertenti ma anche su questo c’è un sacco di gente che non è d’accordo con me.

Marco: Parlando di questo come giudichi le recensioni dei tuoi ultimi dischi su MRR? Mi riferisco soprattutto a “Our bodies, our selves”, che secondo me è il migliore.

Dr Frank: Credo che il recensore non abbia capito il disco cosi come moltissima gente. Io credo sarebbe potuto venire molto meglio. E’ venuto fuori con un suono un po’ strano che in parte neanche noi ci aspettavamo e penso nessun altro si aspettasse, così posso capire le lamentele ed il fatto che qualcuno sia rimasto spiazzato, ma quel tipo l’ha rifiutato completamente e lo ha interpretato come un nostro tentativo di avere una svolta commerciale ma è ridicolo perché se avessimo voluto fare qualcosa di commerciale oggigiorno avremmo dovuto fare qualcosa di molto più duro ed offensivo.

Marco: Io penso che in “Milk Milk Lemonade” le chitarre suonino molto più dure che in “Our bodies, our selves”.

Dr Frank: Si penso di si, ma non abbiamo un programma ben preciso quando andiamo ad incidere, magari parecchie cose che avremmo voluto fare un po’ per un motivo un po’ per un altro non le abbiamo fatte, alcuni cambiamenti o errori sono comunque interessanti, ma altri sono abbastanza imbarazzanti, forse ci sarebbe dovuta essere molta più autocensura da parte nostra, un maggior controllo, ma forse poi non sarebbe venuto fuori niente. Un sacco di gente era delusa da “Our bodies, our selves” e pensava fosse la fine del gruppo, poi incontri altri che dicono tutto il contrario cosi non sai mai effettivamente come la gente potrà prenderlo. Anche “Milk Milk Lemonade” ci ha alienato la simpatia di molte persone, Ben Weasel ha detto che era il peggior disco del decennio e che la Lookout non avrebbe dovuto pubblicarlo.

Marco: Come ti è venuto il testo di “Even Hitler had a girlfriend”? Ti meriteresti il Nobel per la letteratura!

Dr Frank: (Ridendo) Ti ringrazio. E’ solo un tentativo di scrivere le canzoni da diverse angolazioni, quello che mi sorprende e che non ci abbia mai pensato nessuno prima.

Marco: Infatti ci sono un sacco di canzoni su gente che non ha ragazze ma a nessuno è mai venuto in mente di paragonarsi a Nixon e Hitler.

Dr Frank: Ho tentato di dare un tocco di pazzia ad un argomento piuttosto convenzionale inquadrandolo sotto una diversa prospettiva ed infatti è una canzone che non lascia indifferenti e su cui molti mi chiedono spiegazioni, la canzone tra l’altro ebbe una pessima accoglienza dai ragazzi del gruppo che dicevano che era orribile e stupida e non l’avrebbero suonata infatti questo è il motivo per cui è stata registrata in versione acustica. 

A questo punto essendo quasi le dieci mi vengono a chiamare per iniziare il concerto per cui la nostra chiacchierata si interrompe piuttosto bruscamente. Dopo il concerto dei Mr. T e dopo che i ragazzi presenti al concerto si sono fatti firmare dischi e magliette continuiamo a chiacchierare con il batterista Jym che pur essendo quello dei tre che più si sbatte durante il concerto é fresco, riposato e loquace.

Marco: Con quali gruppi avete suonato nelle vostre date italiane?

Jym: Nessuno. Questa sera è stata la prima volta che abbiamo avuto un gruppo di spalla, abbiamo sempre dovuto suonare molto più di un ora ed è stato molto faticoso.

Marco: Devi lavorare per mantenerti quando non sei in tour?

Jym: Praticamente negli ultimi due anni siamo rimasti pochissimo a casa, comunque ora mi riesco a mantenere con i soldi dei tours, quello che mi secca è che devo pagare l’affitto per un appartamento dove passo meno di due mesi l’anno, me preferisco questo che tornare a casa dai miei.

Marco: Stasera avete suonato Don’t come close”, quando uscirà La vostra versione di “Road to ruin”? (dopo Screeching weasel, Vindictives, Queers e Boris the Sprinkler, tocca ai Mr. T completare l’omaggio ai Ramones)

Jym: Alla fine di questo tour prenderemo una pausa e registreremo sia il disco dei Ramones che il nostro nuovo disco, abbiamo un sacco di canzoni nuove. Ce l’hai il disco degli Screeching weasel? E’ molto raro. Io ne ho un paio di copie.

Marco: Ho capito perché non devi lavorare quando sei a casa ti basterebbe venderne uno per farci un sacco di soldi!

Jym: (ridendo) Si hai ragione!

Marco: Come sono ora i vostri rapporti con la Lookout dopo l’esplosione del punk rock nelle classifiche?

Jym: Da un punto di vista personale i rapporti sono gli stessi, trattiamo sempre con le stesse persone e sempre direttamente, non abbiamo managers o simili ci appoggiamo a dei promoters solo quando andiamo in tour.

Marco: E non avete avuto nessun contatto con major labels?

Jym: No mai nessuno, comunque ora in nostri dischi circolano molto di più. La Lookout ha aperto una sede in Canada una in Europa ed una in Giappone.

Marco: Siete andati in tour in Giappone?

Jym: Si è stato grande abbiamo fatto 4 concerti di cui 2 a Tokyo in locali da 2/300 persone e abbiamo avuto un accoglienza eccezionale.

Marco: Ti piacciono i gruppi giapponesi come i Teengenerate e i Guitar wolf?

Jym: Si! In Giappone vanno pazzi per il rock’n’roll più selvaggio, sai li i Rip-offs sono delle celebrità. Noi incontravamo ai concerti gente che ci mostrava orgogliosamente foto dicendo “guarda sono io con Jon von” abbiamo visto anche una videocassetta con dei Guitar Wolf con tanto di dicitura “featuring special guest Jon von”.

Marco: Ti piace il disco dei Rip-offs?

Jym: Si. Molto spesso dal vivo facciamo “She said Yeah”.

Marco: E Jon von lo incontrate ogni tanto?

Jym: Spesso quando suoniamo a San Francisco, tutti gli urlano di salire sul palco e noi gli diciamo “Dai, suoniamo Zero”.

Marco: Di solito però non eseguite i pezzi di Jon dal vivo?

Jym: No ma comunque siamo in buoni rapporti, lui e Frank si occuperanno di rimixare il minilp “Big black bugs bleed blue blood” che uscirà con tutte le canzoni finora pubblicate solo su 7”.

Un ragazzo si avvicina con una bacchetta scheggiata e chiede a Jym se é una delle sue, purtroppo per lui l’aveva usata solo il nostro batterista, il tipo é visibilmente deluso allora Jym gli dice di averla usata un po’ anche lui, cosi quello se ne va tutto contento con il feticcio stretto tra le mani.

Jym: Sai in quando eravamo in tour con i Green Day, Tree usava dozzine di bacchette ogni sera, si presentava sul palco con un canestro pieno e le consumava tutte, ogni due tre pezzi saltando sulla batteria le lanciava alle sue spalle, io stavo la dietro e le raccoglievo e alcune le uso ancora. I ragazzi del pubblico mi supplicavano di dargliele alcuni mi offrivano anche soldi.

Marco: Ho definitivamente capito perché non devi lavorare quando non sei in tour!

Jym: (ridendo) No non ho mai preso soldi.

Marco: Rimorchi parecchio in tour?

Jym: (ridendo) No, sai ho una ragazza a casa cosi non mi interessa più di tanto poi e Joel di solito quello che attrae di più le simpatie femminili.

Infatti il bassista sta parlando con un paio di ragazze mi avvicino per salutarlo e gli dico di stare attento perché molte di loro sono ancora sotto l’età del consenso, Lui ride e mi dice: “non preoccuparti sono un bravo ragazzo”.

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