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Manic Hispanic “Back in brown” Smelvis records

by PE1994

Per chi non conoscesse i Manic hispanic (nome derivato dalla marca di un gel per capelli) sono una super-band chicano-americana formatasi nel 1992 ad Orange County grazie a Mike “Gabby” Gaborno dei Cadillac Tramps e Steve Soto degli Adolescents (purtroppo entrambi recentemente scomparsi nel 2017 e nel 2018).

Nel segno di una comunanza culturale che mescola origini messicane e passione per il punk-hardcore i due fondatori hanno coinvolto altri membri di band della zona, a cui per ultimi si sono aggiunti Efrem Shulz dei Death by stereo/Voodoo glow skulls e Elvis Cortez dei Left Alone.

Nella realtà appunto i Manic hispanic sono sempre stati una famiglia allargata e così, nel momento della tragica dipartita di Gabby e Steve, i “fratelli” rimasti hanno tenuto saldo il timone permettendo alla band di poter continuare a navigare nella tempesta e addirittura pubblicare recentemente “Back in brown”.

Lo scopo dei Manic Hispanic fin dagli esordi è stato quello di dar vita ad un tanto appassionato quanto irriverente omaggio musicale alla scena punk-hc mondiale attraverso una rilettura divertente di pezzi storici in chiave chicana. Ciò li ha di fatto portati a coinvolgere attorno a loro tutto quel variopinto mondo del sud della California in cui la cultura messicana si è radicata, a riprova di ciò sono emblematiche le loro costanti apparizioni live alle celebrazioni del Cynco de Mayo. Non dimentichiamo però che questo connubio non è inedito, già nel 1976 i grandissimi Zeros di Chula Vista suonavano punk rock fieri della loro cultura chicana venendo pertanto definiti in modo grossolano i Ramones messicani.

Nel primo mitico disco “The menudo incident?” del 1995 i Manic Hispanic prendeva in giro “The spaghetti incident” dei Guns e coinvolgevano l’ascoltatore grazie alla loro capacità di trasmettere sia l’energia dell’ascolto dei pezzi originali sia di imprimere un sorriso divertito frutto delle riuscitissime parodie. Tale impronta è rimasta anche nei successivi album tutti costruiti sulla caricatura di famosi dischi: sono usciti nel 2001 “The recline of the mexican civilization” (omaggio al film documentario “The decline of the western civilization”), nel 2003 “Milo goes to Jr. College” (omaggio ai Descendents) e nel 2005 “Grupo sexo” (omaggio a “Grup sex” dei Circle Jerks).

Dopo un lungo periodo di silenzio la band è tornata nel 2016 con uno split in compagnia dei Left alone in cui coverizzavano “Radio” dei Rancid facendola diventare “Mexico”. Il legame con i Left alone è sancito da comuni origini culturali e dallo stretto rapporto tra la band e Elvis Cortez leader dei Left Alone e della Smelvis records che ha appunto fatto uscire questo split e l’ultimo disco “Back in Brown” (parodia ovvio di “Back in black”).

“Back in brown” raccoglie alcune vecchie registrazioni effettuate con Steve Soto e nuovi pezzi post-2018 con Elvis Cortez alla chitarra e alla voce Efrem Shulz. Gli attuali membri dei Manic Hispanic quindi sono: Efrem “Chuey Luis” Martinez Schulz, Louie “Juan Solo” Perez III, Gilbert “Dreamer” Pichardo, Elvis Cortez, Ruben “Chino” Rivera e Maurice “Mo Grease” Torres

Il disco si apre con “Mas Chingones” parodia di “True believers” dei Bouncing souls, tra l’altro già fatta da Efrem con il Punk rock Karaoke.

A seguire il primo singolo “Holding cell”, rivisitazione di “Waiting room” dei Fugazi, uscito a giugno con annesso spassosissimo video.

Da questo album sono stati estratti anche altri 3 singoli con annessi video di ottima fattura, e ovviamente sempre divertentissimi come ad esempio “Chancla abuser”, parodia di “Sonic reducer” dei Dead Boys che diventa “Abusatrice di infradito”(?) storia di una mamma armata di ciabatta che picchia i poveri figli colpevoli di ascoltare punk rock.

Altri video spassosissimi per la riuscitissima cover del classico dei Minor threat “In my eyes” che diventa “Teardrop in my eye” e per “Lowriders from Mars” che non può essere che “Teenagers from Mars” dei Misfits, in cui i Manic Hispanich diventano degli alieni verdi all’interno di una simpatica animazione.

Interessante la rivisitazione di “Sink with California” dei Youth brigade in cui recitano “We’ll sneak to California, Run by land or swim by sea” sensibilizzando in modo ironico sul drammatico fenomeno dell’immigrazione irregolare dal Messico alla California, “Mexicano California we do everything , most of you putos are lazy” (il pezzo era originariamente uscito nel maggio 2018 poco prima della morte di Soto). Caratteristica dei Manic hispanic infatti è anche quella di inserire nelle canzoni dei messaggi sociali e “politici” con ironia ma altrettanta schiettezza.

Menzione speciale per la cover di Knowledge degli Operation Ivy che diventa “Naranja” (“Arancia”).

L’unico problema di questo disco è che non si trova facilmente in Europa… come molti altri purtroppo.

Vi lascio l’elenco dei pezzi con i riferimenti delle cover e buon divertimento:

“Mas Chingones” – “True believers” Bouncing souls

“Holding cell” – “Waiting room” Fugazi

“Chancla abuser” – “Sonic reducer” Dead Boys

“Naranja” – “Knowledge” Operation ivy

“Teardrop in my eye” – “In my eyes” Minor threat

“Sneak in to California” – “Sink with California” Youth brigade

“Lowriders from Mars” – “Teenagers from Mars” Misfits

“I Want Some Chon Chon / National City” –  “I Just Want Some Skank / Beverly hills” Circle jerks

“Mexican ‘merican” – “‘merican” Descendents

“21 century vato loco” – “21 century digital boy” Bad Religion

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