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Down by law, un lungo viaggio verso “Lonely town”

by PE1994

Dave Smalley (vocalist e leader della storica band punk-hc melodica californiana Down by law) negli ultimi anni non vuole smettere di stupirci producendo una quantità impressionante di musica di ottima qualità. Solo con i progetti paralleli ai Down by law ha pubblicato con i Bandoleros l’album “Join the outsiders” nel 2018 e l’Ep “Ignited” nel 2020 (assolutamente imperdibili), con i Don’t sleep un Ep omonimo nel 2018 e l’album “Turn the tide” nel 2020 . In particolare quest’ultimo progetto, molto indirizzato verso sonorità HC old school (esce su Mission two entertainment, Victory rec 2.0), sembra aver dato nuova linfa vitale all’ex-vocalist di Dag Nasty, DYS e All che lo ha presentato scrivendo “Don’t stand around boots on the ground – before it gets too late, DON’T FUCKING SLEEP!”. Inoltre non ha dimenticato l’attività live con una rinnovata voglia di suonare dal vivo bloccata purtroppo dalla pandemia (tour europei DBL e DYS nel 2020 annullati).

L’ultima uscita registrata come Down by law invece era stata “All in” del 2018, quindi in 2 anni il buon Dave ha fatto uscire 3 album e 2 EP, ma non si è certo fermato e nel 2021 è stato pubblicato il nuovo “Lonely town” per la Kung fu records.

I Down by law si formano nel 1989 a Los Angeles grazie appunto a Dave Smalley e a ex-membri dei Chemical People (poi le line-up sono cambiate) e fin da subito lasciano un segno indelebile nella scena californiana e non solo con il loro approccio melodico ma sempre graffiante (Bad Religion + ALL) approdando come da copione alla Epitaph di Brett Gurewitz (“s/t” del 1991 e “Blue” del 1992 ). Nel tempo hanno visto crescere i loro fans ma negli dagli anni ’90 quando ci si aspettava che i Down by law potessero fare il salto nel carrozzone del punk rock da classifica alla pari di Offspring, Green Day, Rancid e Nofx grazie a dei dischi di assoluto spessore come “Punkrockacademyfightsong” e “All scratched up” inaspettatamente sono rimasti relegati nell’underground continuando comunque a produrre musica di ottima qualità (“Last Of The Sharpshooters” del 1997 e “Fly the flag” del 1999) . Difficile concepire i motivi per cui il grande pubblico non si sia avvicinato a questo combo e non si capisce come anche tutt’ora, nonostante l’altissimo livello delle varie produzioni, tra cui l’ultima di cui parleremo tra poco, in particolare in Europa (per non parlare dell’Italia) i progetti di Dave Smalley non riescano a sfondare (se non per un piccolo gruppo di aficionados). Forse sarà per l’etichetta di “conservative punk” che qualche poliziotto del punk rock gli ha affibbiato?! (vedi indecente recensione di “Lonely town” su Razorcake)

“All in” del 2018 onestamente aveva un pò deluso nonostante arrivasse dopo 6 anni di silenzio (ma prima c’era stato un ottimo “Champion at heart”che comunque era passato abbastanza inosservato) e quindi non ci si poteva che avvicinare a “Lonely town”, nuova uscita inaspettata del febbraio del 2021, con un certo scetticismo immaginando che il leader della band fosse maggiormente coinvolto dagli altri progetti, invece …

“Lonely town” è un disco assolutamente ispirato che conferma Dave Smalley come uno dei più importanti songwriters e una delle voci più coinvolgenti del panorama punk-hc melodico mondiale. Colpisce come nonostante l’età la sua calda e graffiante voce sia forse nel suo momento di massimo splendore e come sappia ancora raccontare le sue emozioni e il mondo che gli sta attorno senza banalità e con un filo diretto tra cervello e cuore. Ed è proprio il cuore che fa la differenza nei Down by law, la passione infinita (“Denim and leather”) che emerge in ogni solco insieme all’urgenza di sputare fuori le proprie angosce (“Lonely town), la rabbia (“Black sheep”) e le frustrazioni (“So solo”, “Steal the night”) attraverso musica e parole. Il disco nonostante i temi abbastanza introspettivi e a volte cupi nel complesso grazie alle aperture melodiche e ai cori rimane sempre un ascolto che produce energia positiva.

Non ci sono filler in questo disco ma diverse sono le inclinazioni delle canzoni, si passa dalle classiche schegge di HC californiano da pogo (“Anthem”, “Darkest sun”, “Black sheep”, “Heroes and zeros”) agli inni da cantare a squarciagola (“Denim and leather”, “Go back home” con ospite alla voce Ricky Warwick dei Black star riders), ci sono atmosfere maggiormente soffuse che strizzano l’occhio all’Hc più emozionale (“Gleam” con quei grattoni di chitarra e il parlato alternato ad improvvise aperture melodiche) e anche il punk-pop di matrice inglese come nella title track e nella fantastica “So solo” (pezzo che ascoltare a ripetizioni senza stancarsi mai), e troviamo anche del power-pop-punk con “Steal the night”.

Unica cover è l’inaspettata “My Reservation’s Been Confirmed” dei Herman’s Hermits, rock’n roll band di Manchester degli anni’60.

Dave Smalley con i Down by law, a differenze di molte band di punk melodico californiano che continuano a intascare quattrini ripetendo sempre la solita banale trama, non vuole ripetere i clichès del genere buoni per il solito pubblico, ma cerca, mantenendo la sua identità sonora e sottolineando la sua spiccata personalità, di trovare nuova ispirazione inserendo contaminazioni senza stravolgere il suo stile.

Lunga vita ai Down by law!

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